Cuore tedesco (Italian Edition) by Angelo Bolaffi

Cuore tedesco (Italian Edition) by Angelo Bolaffi

autore:Angelo Bolaffi [Bolaffi, Angelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: DONZELLI EDITORE
pubblicato: 2015-06-29T22:00:00+00:00


1 L’espressione «innere Emigration» (emigrazione interiore/all’interno del paese), contrapposta all’emigrazione dell’esilio, compare per la prima volta nel Diario di Thomas Mann in data 7 novembre 1933. Ripresa dallo scrittore Frank Thiess nel 1936 (Tsushima. Il romanzo di una guerra navale, Einaudi, Torino 2000), indica la scelta di quegli artisti e intellettuali che, pur in opposizione al regime nazista, decisero di restare in Germania. Dopo la fine della guerra il tema fu oggetto di durissima polemica.

2 P. Graf Kielmansegg, Nach der Katastrophe. Eine Geschichte des geteilten Deutschlands, Siedler, Berlin 2000, p. 647.

3 M. Heidegger, Introduzione alla metafisica, Mursia, Milano 1972, pp. 48-9. E qualche pagina dopo: «l’Europa – ma Heidegger intende la Germania – si trova presa in una morsa costituita dalla Russia e dall’America, le quali, da un punto di vista metafisico, vale a dire per quanto riguarda il loro carattere mondano e il rispettivo rapporto allo spirito, si equivalgono».

4 H. A. Winkler, Kurt Schumacher und die nationale Frage, in «Frankfurter Allgemeine Zeitung», 31 ottobre 1995.

5 Bolaffi, Il sogno tedesco cit., pp. 36-7.

6 Winkler, Der lange Weg nach Westen cit., II, p. 142. A un ennesimo capovolgimento dei ruoli si è assistito nel 1990 quando una parte della Spd guidata da Oskar Lafontaine si è opposta alla riunificazione del paese voluta da Kohl con l’appoggio esplicito dei leader storici della Spd da Brandt a Schmidt.

7 G. E. Rusconi, Cosa resta dell’Occidente, Laterza, Roma-Bari 2012, p. 55.

8 C. Meier, Das Gebot zu vergessen und die Unabweisbarkeit des Erinnerns. Vom öffentlichen Umgang mit schlimmer Vergangenheit, Siedler, München 2010, p. 50. Si rimanda a questo saggio per una ricostruzione puntuale e altamente drammatica di queste due fasi del dopoguerra tedesco. Ovviamente ci riferiamo al dibattito tedesco-federale perché la Rdt ha sistematicamente evitato ogni discussione sulla responsabilità tedesca nella Shoah.

9 Klaus Schütz (1926-2012) è stato per un decennio (1967-77) sindaco di Berlino Ovest. Durante il suo mandato fu più volte coinvolto in scandali amministrativi e finanziari. Rappresentante delle posizioni più conservatrici della Spd berlinese, fu ripetutamente oggetto della contestazione da parte del movimento degli studenti («bricht dem Schütz die Gräten, alle Macht den Räten», «rompi le ossa a Schütz, tutto il potere ai consigli»).

10 Joseph Wulf (1912-1974), storico ebreo nato a Chemnitz, fu deportato ad Auschwitz. Sopravvissuto alla Shoah, si suicidò gettandosi dal balcone del suo appartamento di Berlino nell’ottobre 1974. Autore di pionieristici lavori di ricerca sullo sterminio degli ebrei dal punto di vista delle vittime, tra i quali Das Dritte Reich und die Juden del 1955, Wulf tentò inutilmente di rompere il muro di silenzio che in quegli anni era stato steso attorno al tema della Shoah: «Die Massenmörder gehen frei herum, haben ihre Häuschen und züchten Blumen» («i criminali si aggirano liberi, hanno le loro casette e coltivano fiori»), era solito commentare con dolorosa ironia. La Villa sul Wannsee è dal 1992 un centro di documentazione sull’Olocausto. Nel 2012, in occasione del centenario della nascita di Joseph Wulf, ha ospitato un’importante mostra a lui dedicata.

11 Meier, Das Gebot zu vergessen cit., p.



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